Botta e risposta tra Renzi e Calenda. La lite tra i due leader non si placa e mette a rischio la continuità del Terzo Polo.
Ancora veleni e stracci che volano tra Renzi e Calenda. Il tentativo di chiarimento di tre ore di ieri si è risolto con un nulla di fatto. A prima mattina Calenda, come suo solito a colpi di tweet, si scaglia contro il suo partner. A far scattare il leader di Azione, il virgolettato di La Stampa attribuito al leader di Italia Viva: “Calenda è pazzo, ha sbagliato il dosaggio delle pilloline“, avrebbe detto Renzi ai suoi.
Il leader di Azione va su tutte le furie e scrive su Twitter: “Matteo Renzi queste volgarità nascondono un nervosismo esagerato. Semplicemente hai provato a darci una fregatura e sei stato rispedito al mittente. Questa volta lo stai sereno non ha funzionato. Fine“.
.@matteorenzi queste volgarità nascondono un nervosismo esagerato. Semplicemente hai provato a darci una fregatura e sei stato rispedito al mittente. Questa volta lo #staisereno non ha funzionato. Fine. pic.twitter.com/G5zTzOGqFD
— Carlo Calenda (@CarloCalenda) April 13, 2023
La replica arriva attraverso l’ufficio stampa di Italia Viva che smentisce le frasi riportate dalla Stampa. “Carlo, nessuno ha mai pronunciato quelle frasi. Qui c’è il testo pronto: vuoi firmare o preferisci di no? Nessuna fregatura, guarda il documento”. Il partito di Renzi ripropone il testo per l’accordo su cui ieri non si è trovato il compromesso. Italia Viva infatti ieri ha corretto il testo proposto da Azione. Evidentemente i due partiti non sono convinti sui prossimi passi per il partito unico.
Renzi non vuole dire addio alla Leopolda
Il primo punto principale su cui sono in disaccordo è una questione economica. Calenda vuole che entrambi i partiti devolvano il 70% del 2×1000 per la fondazione del nuovo partito mentre Italia Viva vorrebbe fermarsi al 50%. Inoltre, lo scoglio ancora più grande è rappresentato dal fatto che il leader di Azione chiede all’ex premier di sciogliere Italia Viva, clausola essenziale per Calenda. Ma Renzi non sembra intenzionato a dire addio al suo progetto nato dalle ceneri dei riformisti del Pd.
Calenda inoltre vorrebbe che Renzi non tenesse più nemmeno la Leopolda, il convegno di dibattito politico che l’ex segretario del Pd tiene dal 2010, un pezzo di storia dell’identità dei renziani a cui non vogliono dire addio. Ma l’ex ministro non molla e vuole che venga chiusa la convention fiorentina “perché se vogliamo tenere in vita tre partiti diversi ci dividiamo e amici come prima”.
Oggi tra i due è previsto un nuovo incontro ma il botta e risposta di Twitter non promette bene e mostra gli animi dei due, soprattutto di Calenda abbastanza infuocati. Questo potrebbe essere un duro colpo per il progetto del partito unico che dovrebbe nascere dai due partiti centristi del Terzo Polo e quello che dovrebbe essere l’alternativa al populismo e al sovranismo di destra e di sinistra.